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Giovanni Segantini, La culla vuota, 1896 (un particolare) © Sotheby’s

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Giovanni Segantini, La culla vuota, 1896 (un particolare) © Sotheby’s

Un delicato Segantini nelle aste newyorchesi

Da Sotheby’s, nella Modern Day Auction del 14 maggio, un carboncino firmato dall’artista italiano nel 1896: era tra le opere sequestrate dal regime nazista, fu restituito nel 2004 agli eredi di Max Steinthal

Rosalba Cignetti

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Una luce bassa filtra da una finestra aperta e illumina la figura di una madre seduta accanto a una culla vuota, con il volto stretto fra le mani, immersa in un’atmosfera cupa. Un delicato carboncino su carta firmato da Giovanni Segantini nel 1896 (64,8x42,5 cm), con lo stesso soggetto del dipinto realizzato pochi anni prima, è all’asta da Sotheby’s nella Modern Day Auction newyorchese del 14 maggio, con una stima di 15mila-20mila dollari. Fu acquistato nel 1900 da Giovanni B. Torelli e da lui venduto nel 1910 ad Alberto Grubicy. Dopodiché approda in Germania e attraversa una serie di passaggi e peripezie che lo vedono transitare dalla Schmersenz Collection di Monaco alla Collezione del banchiere berlinese Max Steinthal, per essere poi sequestrato dai nazisti nel 1941, passerà poi alla Repubblica Democratica Tedesca nel 1952, che lo depositerà alla Staatliche Gemäldegalerie di Dresda fino a quando, nel 2004, è stato restituito agli eredi di Max Steinthal e venduto nel 2006 all’attuale proprietario. Trentino, classe 1858, prematuramente scomparso all’età di 41 anni, tra i nomi più noti della pittura simbolista e divisionista, Giovanni Segantini ha iniziato a dipingere giovanissimo e ha vissuto a lungo in Svizzera, dove ispirato dalle Alpi ha sviluppato uno stile unico alimentato dalla fusione di paesaggio naturale e temi spirituali. Attraverso le sue opere è capace di catturare l’essenza di tutte le cose e di trasmettere profonde emozioni. Realizzata in più versioni con varie tecniche, dall’olio sui tela al carboncino su carta, toccante e ricca di significato, «La culla vuota» ci cala nell’intimità di una scena familiare, in un momento di riservata riflessione sulla perdita, l’attesa e la speranza.
La sua capacità dell’artista di catturare la maestosa imponenza delle Alpi e la spiritualità della natura e delle vicende umane ha conquistato collezionisti e appassionati in tutto il mondo. Tra le sue opere più ricercate nel mercato spiccano i paesaggi alpini e le composizioni simboliste, che incarnano la sua poetica unica e il suo stile distintivo. Il suo record d’asta risale al novembre del 1999, quando Christie’s, a New York, vendeva per 9,5 milioni di dollari la «Primavera sulle alpi» del 1897, proposto con una stima di 4-6 milioni di dollari.

 

Rosalba Cignetti, 12 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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